Milano 2015
“Agli angoli infiniti di una piazza si muove la plastica lucida dello sfarzo, e i negozi troppo grandi e vuoti per contenere alcunché o commesso o merce o persone, posati lì appositamente, forse, come monili.
Brilla morgana nella scioltezza compatta e spessa della sera tramontante, fra le guglie storiche asfittiche ed il multicolore universo etnico che entusiasticamente vi si sfalda. Quanto è grande questo spazio e quanto abitato dai passi veloci non residenti! Quanto solo e quanto riflette la solitudine! Tutto appare come intoccabile, così come invivibile, conservato per rispetto lontano dall’esistere, in una sfera a sé; o forse semplicemente morto? Morto o irreale? Ci sono scale bianche sotto al pianto a goccia arancio del cristallo, abiti ed indumenti intrecciati in un ordine fotografico a molti zeri, profumi e odori di profumo, mischiati quelli sulla pelle a quelli ancora o per sempre in vetro. Automaticamente si sale o si scende su scale che salgono, o scendono, loro stesse. Ogni posto lasciato è un addio, come chiudere gli occhi e perdere per sempre l’istante campionato, la sua crominanza funzione di tante prospettive da essere irriproducibile…”.
Distillati del nulla, Amazon
I diari dei 3 mesi di prova
Iniziare ad intraprendere una strada e capire che non è quella giusta: il piano, il piano inclinato ed il cerchio.
L’amore appiccicaticcio suda lucido sulle mie guance con polvere e sebo.
La metro ha acceso un fremito muscolare ed un dolore nelle gambe ed una pesantezza ferrea sugli occhi che non riesco a placare con nessun pensiero; solo un balsamo appare da lontano come tale e, seppur per un attimo, spegne il fuoco acceso che crepita nei pensieri: tale balsamo è la transitorietà, la limitatezza e la possibilità futura – non remota – di annullamento.
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